I dati dei piccoli utenti dell’app musical.ly, nel frattempo incorporata da TikTok, erano raccolti e pubblicati senza il consenso dei genitori.
TikTok è un app multimediale tra le più famose al mondo. Come recita il suo sito, “è la piattaforma leader al mondo per quanto riguarda i video brevi”. L’applicazione mobile TikTok, in estrema sintesi, consente agli utenti di creare brevi videoclip (ciascuno di 15 secondi massimo) che possono essere arricchiti grazie ad un ampio database di canzoni, di effetti visivi e sonori.
L’app spopola tra i più giovani perché, in un certo senso, consente loro di unire la passione per la musica e i selfie. DI fatto, gli utenti attivi si trasformano in registi e sceneggiatori di filmati in cui essi stessi sono attori protagonisti: tra playback labiale (lip-sync), balletti, recite e imitazioni, esprimono la propria creatività o il semplice desiderio di emulare i propri beniamini; il tutto all’interno di un vero e proprio social network, con tanto di like e follower, dove ogni utente ha un profilo, dove condividere con la community è la regola base dove postare commenti e inviare messaggi in privato è parte del gioco. L’app è talmente appassionante che alcuni piccoli fruitori passano ore a guardare video pubblicati dai coetanei seguendo un flow di visualizzazione guidato da un algoritmo di intelligenza artificiale che profila i gusti degli utenti. Ci sono ragazzini che sviluppano una sorta di dipendenza, al punto che TikTok nel 2018 ha inserito un automatismo che dopo 90 minuti di utilizzo continuativo invita l’utente a prendersi una pausa.
La società cinese Beijing Bytedance Technology lanciò l’app sul mercato cinese nel settembre 2016 con il nome Douyin. Un anno dopo aveva già 100 milioni di utenti e nel settembre 2017 ne fu rilasciata una versione per il mercato estero con il nome TikTok. Un successo globale immediato, tanto che già nel primo semestre 2018 TikTok risultava l’app più scaricata dall’Apple Store (104 milioni di download) lasciandosi alle spalle giganti quali Facebook, Youtube e Instagram.
A fronte di tanto successo, Bytedance aveva proceduto nel novembre 2017 all’acquistò per 1 miliardo di dollari la piattaforma concorrente musical.ly, un app fondata a Shangai e con sede USA a Santa Monica specificatamente destinata al mercato americano, affine nei contenuti (sebbene incentrata sulla tipologia video karaoke) ed anch’essa molto popolare. Conclusa l’acquisizione, Bytedance ha unito le piattaforme nella sola TikTok migrando in quest’ultima gli utenti di musica.ly che dal 2 agosto 2018 ha pertanto cessato di esistere. Oggi TikTok è leader incontrastato del proprio settore: l’app vanta oltre 500 milioni di utenti, di cui 65 milioni negli Stati Uniti. A fine 2018, Bytedance è stata giudicata la start-up di maggior valore al mondo raggiungendo una valutazione di 75 miliardi di dollari (superiore ad Uber).
Assorbendo musical.ly, tuttavia, la società aveva anche incorporato un problema che la piattaforma acquisita trascinava con sé da qualche tempo: l’accusa di esser di aver illecitamente raccolto i dati degli utenti più piccoli. Fino al 2016, infatti, musical.ly non aveva raccolto il consenso per poter trattare i dati degli utenti sotto i 13 anni. In altre parole, i bambini potevano aprirsi una account e operare sulla piattaforma senza che i genitori lo sapessero. Una condotta esplicitamente contraria alla normativa USA che tutela i bambini dai pericoli online, il Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) del 1998, che non è sfuggita all’attenzione di migliaia di genitori e di associazioni statunitensi che hanno denunciato la violazione al punto da suscitare l’attenzione della Federal Trade Commission (FTC).
Ne è seguita un’indagine e relativo procedimento che si è chiuso il 27 febbraio scorso quando la FTC ha comunicato di aver raggiunto un accorto (qui il testo dell’ingiunzione) con i proprietari di musical.ly che pagheranno una sanzione da 5,7 milioni di dollari per aver violato la privacy dei più piccoli. Si tratta della più alta multa mai comminata in relazione al trattamento illecito dei dati dei minori.
Secondo la FTC in musical.ly “erano a conoscenza del fatto che dei bambini stavano usando l’app, ma hanno continuato a non richiedere il permesso dei genitori, prima di raccogliere nomi, indirizzi email e altre informazioni personali”, tra cui devono annoverarsi anche una piccola biografia nonché le immagini del profilo oltre che, ovviamente, quelle contenute nei video pubblicati. Senza modificare sulle impostazioni di default (cosa che non si può pretendere facciano i bimbi), questi dati erano pubblici ossia condivisi con tutta la community senza la necessaria autorizzazione genitoriale. E sono stati diversi i casi in cui adulti predatori sessuali hanno cercato – spesso fingendosi coetanei – di contattarli per ottenere materiale pedo-pornografico o per incontrarli nella vita reale. Ad esempio, i genitori di una iscritta a musical.ly di soli 6 anni hanno denunciato un utente adulto stava chiedendo alla loro piccola immagini sessualmente esplicite. Oltre a ciò, la inconsapevolezza con cui i più giovani condividono informazioni altamente identificative (il volto e il nome insieme a numeri di telefono o indirizzi di casa) ha reso possibile che episodi di bullismo o di razzismo potessero non solo manifestarsi nel contesto virtuale ma anche concretizzarsi nel mondo reale.
La proprietà di TikTok e della fu musical.ly, oltre ad accettare la sanzione, ha dovuto promettere che “realizzerà una parte separata del servizio per i minori di tredici anni, che avranno così funzioni limitate e non potranno condividere video o inviare messaggi agli utenti“.
Il Chairman della FTC Joe Simons ha dichiarato che la penalità record dovrà fungere da monito per tutti le piattaforme online e i siti web che si rivolgono ai bambini: “Noi prendiamo molto seriamente l’applicazione del COPPA, e non tollereremo che le aziende ignorino impunemente la legge”.
Il caso TikTok/musical.ly suona come un altro campanello allarme per la privacy online dei bambini che – dobbiamo rendercene conto – sono utenti della digital economy proprio come gli adulti. Vale la pena ricordare alcuni casi, limitando l’attenzione ai soli ultimi due anni:
- la piattaforma pubblicitaria Oath ha da poco accettato una multa da 5 milioni di dollari della FTC per profilazione illecita dei minori a fini di adevertising targettizzato (leggi qui);
- YouTube è anch’essa accusata di profilare i minori per scopi pubblicitari (leggi qui);
- un sito di talent scouting ha pagato una sanzione da 250.000 USD per pubblicazione illecita dei profili di bambini desiderosi entrare nello star system (leggi qui);
- una class action accusa ben 42 app della Disney di spiare i piccoli utenti (leggi qui);
- preoccupano sempre più la capacità di profilazione e i problemi di cybersecurity dei giocattoli smart (leggi qui un nostro approfondimento sul tema);
- crescono esponenzialmente i casi in cui sono minorenni le vittime di crimini digitali come la sexploitation (qui un esempio), la sextortion (qui un esempio) o il revenge porn (qui un allarme lanciato in relazione a Facebook).