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Facebook non è gratis, si paga in dati. L’Ungheria multa (3.6 mln) l’inganno del social

La Gazdasági Versenyhivatal (GVH), autorità garante della concorrenza e del mercato ungherese, il 6 dicembre 2019 ha emesso un importante provvedimento sanzionatorio nei confronti di Facebook Ireland Ltd. comminando l’ammenda più elevata che l’Autorità abbia mai inflitto in un caso di tutela dei consumatori.

La GVH ha riscontrato che Facebook Ireland ha violato le leggi sulla concorrenza nel pubblicizzare i suoi servizi come gratuiti: suddette dichiarazioni, ritenute ingannevoli, sono apparse sulla homepage di Facebook da gennaio 2010 ad agosto 2019 e sul sua pagina di Help Center fino al 23 ottobre 2019. Sebbene rispondesse al vero che gli utenti non devono pagare per i servizi in questione, Facebook ha beneficiato economicamente dei dati e delle attività degli utenti. Pertanto – ad avviso dell’Autorità – gli utenti hanno fornito un corrispettivo per fruire dei servizi forniti dall’impresa.

La GVH ha osservato che Facebook è attira gli utenti sulla sua piattaforma online propugnando un modello “zero price” raccogliendo poi informazioni dettagliate sugli interessi, il comportamento e le abitudini di acquisto degli utenti. Facebook successivamente utilizza queste informazioni per vendere annunci pubblicitari mirati che compaiono quindi tra i post degli utenti che ne diventano il bersaglio.

Secondo l’Autorità, gli slogan “È gratuito e chiunque può aderire” e “E’ gratuito e sempre lo sarà” utilizzato da Facebook ha distolto l’attenzione dei suoi utenti dal fatto che pagano indirettamente l’utilizzo dei suoi servizi sotto forma di trasmissione di un gran quantitativo dei loro dati, con tutte le conseguenze che ne derivano.

La GVH ha rilevato che gli slogan che suggerivano che i servizi di Facebook fossero forniti gratuitamente potrebbero aver confuso gli utenti sia in termini di responsabilità relativa all’utilizzo sia termini obblighi contrattuali: gli slogan utilizzati inducevano a ritenere assenti rischi e obblighi quando in realtà l’adesione comporta un impegno multi-livello dell’utente in termini di conferimento di dati senza che vi sia stata la necessaria trasparenza a riguardo (tenuto conto che numerosi utenti non sono a conoscenza della portata e del valore dei dati trasferiti e generalmente non leggono i termini e le condizioni generali delle piattaforme online). Gli utenti ritengono di essere in grado di utilizzare un servizio senza alcun costo o senza alcun rischio, quando non è così.

Nel determinare l’importo dell’ammenda, la GVH ha preso in considerazione solo una parte delle entrate pubblicitarie realizzato in Ungheria da Facebook Ireland Ltd. Inoltre, l’Autorità ha considerato il fatto che – anche grazie alle pressioni della UE – il colosso di Cupertino ha di recente modificato a livello globale gli slogan secondo cui i suoi servizi erano forniti gratuitamente. Le nuove condizioni spiegano come Facebook utilizza i dati dei propri utenti per attività di profilazione e pubblicità mirate al fine di finanziarsi.

2019-12-10T11:43:30+00:00 11 dicembre 2019|Hot topics, Marketing, Social Media|