Arriva un primo e pesante ok al testo della normativa ePrivacy. La commissione LIBE del parlamento europeo ha approvato poche ore fa il testo della Proposta di Regolamento sulla Privacy nelle Comunicazioni Elettroniche con meno di una ventina di voti di scarto e la chiara opposizione del Partito Popolare Europeo.
Nonostante le presumibili attività di lobbying promosse dai colossi del web e le lamentele degli editori delle news online che – chi per un motivo, chi per un altro – rischiano di dover rivedere i propri attuali modelli di business a fronte di un rafforzamento dei diritti di privacy degli utenti digitali europei, il testo proposto dalla rapporteur Marju Lauristin è uscito sostanzialmente indenne dalla Commissione.
Restano quindi in piedi alcuni capisaldi inizialmente previsti come la geolocalizzazione consensuale, la end-to-end encryption, il settaggio preventivo dei cookie via browser, l’estensione delle tutele ai metadati, alle IoT e alle cd. aziende di comunicazione Over The Top (Whatsapp, Facebook Messenger, Skype), l’introduzione di un prefisso unico per identificare le chiamate promozionali.
Il punto di fondo è che la commissione LIBE, con il voto odierno, ha sottoscritto l’impostazione secondo cui il business della comunicazione elettronica dovrà profondamente assorbire il principio della privacy by default proteggendo i dati ed astenendosi dal tracciare/profilare gli utenti (salvo consenso esplicito e con le dovute eccezioni per motivi statistici o di sicurezza e giustizia).
Ora la palla passa all’assemblea plenaria oltre che al Consiglio e la Commissione europea.