In un articolo su Quartz, Anindya Ghose Professore di IT, business analytics e marketing alla New York University’s Stern School of Business illustra i risultati di alcuni dei suoi studi di marketing e riflette sui comportamenti contraddittori del cittadino moderno.

Le persone si dichiarano in via di principio riluttanti a cedere i propri dati a terzi, ma appena ne hanno occasione sono pronte aprire le cataratte in cambio di contropartite allettanti. E sarebbe questa la nuova sfida del marketing. Il consumatore odierno è conscio che i propri dati hanno un valore e vuole monetizzarne la cessione. Tocca alle aziende trovare nuovi modi per invogliare gli utenti allo scambio.

Ghose porta alcuni esempi: in un grande centro commerciale cinese il 75% degli avventori ha accettato di essere geo-tracciato all’interno della struttura in cambio di una connessione wi-fi gratuita all’interno della medesima. Ma ci sono casi in cui dare valore alla propria privacy può consistere nel dovere pagare un surplus per continuare a proteggerla: in Kansas, l’internet service provider AT&T fa risparmiare 29$ al mese sul canone degli abbonamenti alla fibra ultra veloce a coloro che non esercitano opt-out nelle loro preferenze: in altre parole, se vuoi che la tua navigazione sia monitorata, paghi di più.

Ghose reputa comunque positivo che i consumatori stiano abbandonando eccessive preoccupazioni per entrare piuttosto in una sorta di trattativa continua intorno al reale valore dei dati personali. Per di capire che, a suo avviso, questo sarebbe una partita improntata alla trasparenza che dovrebbe produrre benefici per entrambe le parti secondo i dogmi del libero mercato.

Leggi qui l’articolo su Quartz