In un articolo scritto di proprio pungo per The Guardian un ex (2011-2013) product manager di Facebook rivela quale è l’atteggiamento del colosso californiano verso l’analisi dei dati degli utenti a fine di marketing. Riflessioni che vengono espresse a poche ore di distanza dalla mezza smentita di Facebook circa la notizia di un presunto monitoraggio a fini di marketing sull’umore dei ragazzi australiani di 14 anni.
L’ex dirigente, pur ammettendo di non sapere nulla di questa storia, ritiene che Facebook non limiterà mai la propria capacità di monetizzare i dati rilasciati dagli utenti perché questa è la sua vera ed unica missione e non importa quante e quali comunicati da Menlo Park cercheranno di nascondere questa verità. Le cose cambieranno solo quando gli utenti incominceranno a protestare all’unisono raggiungendo un crescendo tale da non lasciare alla piattaforma altra scelta che un cambio di rotta.