I PICCOLI AIUTANTI DEL GRANDE FRATELLO

Localizzazione satellitare, interconnessioni fra banche dati e tecnologie "trovapersone" facilitano la sorveglianza

L’articolo evidenzia la crescente diffusione di strumenti sempre più perfezionati per facilitare la sorveglianza elettronica. Uno degli esempi più spesso citati riguarda Londra, dove si stima che ogni persona sia ripresa in media trecento volte il giorno da qualcuna delle oltre 200.000 telecamere fisse installate in città. Il ricorso a tecnologie del genere non è però appannaggio esclusivo della democrazia britannica: basti pensare al recente utilizzo di videocamere per controllare gli spettatori della finale del Superbowl americano. In questo caso l’apparecchiatura è stata associata ad un software che permetteva di confrontare i visi dei singoli spettatori con gli identikit di noti criminali.

Come sottolinea l’autore, quello che negli anni ’80 avrebbe suscitato le ire delle associazioni per la difesa dei cittadini, oggi sembra essere in gran parte accettato: una sorveglianza che si estende lentamente a tutti i settori della vita. Molti elementi inducono a ritenere che l’introduzione diffusa di nuove tecniche di sorveglianza stia avendo un effetto di omologazione e assuefazione, nell’ottica di una sentenza della Corte costituzionale federale tedesca che già nel 1984 segnalava questo rischio: "Chi non sa con certezza se comportamenti devianti siano oggetto di registrazione continua e se ci si trovi in presenza di una costante memorizzazione, utilizzazione e comunicazione di informazioni, cercherà di non dare nell’occhio a causa di comportamenti di questo genere." La videosorveglianza a tappeto, l’impiego di documenti scandibili in modo automatico, di braccialetti elettronici, le interconnessioni fra banche dati, i sistemi di localizzazione satellitare, i rilevatori di movimento, le banche dati del DNA e i sistemi di analisi del timbro vocale, sono altrettante modalità di sorveglianza che George Orwell non avrebbe certo ritenuto possibili, e che neppure la Corte costituzionale poteva conoscere nel 1984. E per quanto concerne gli aspetti più direttamente connessi al tema privacy, bisogna ricordare che le società che gestiscono carte di credito profilano i clienti sulla base delle informazioni che affluiscono nelle loro banche dati, e che persino su Internet la navigazione è meno anonima di quanto in genere si pensi. Negli USA ci sono ospedali che forniscono ai dipendenti speciali uniformi dotate di un chip che consente di accertare in ogni momento dove si trovi la persona. Se questo può avere un senso in situazioni di emergenza, comporta però conseguenze poco piacevoli: ogni volta che si usa la toilette, o si supera il tempo prescritto per la pausa pranzo, questa informazione viene implacabilmente registrata. Scompare ogni confine fra privacy e interessi del datore di lavoro. Ancora negli USA, sono state messe a punto scarpe che consentono di scambiare un biglietto da visita elettronico con tutte le persone alle quali si stringa la mano. La distanza fra uomo e computer presto non sarà maggiore di quella fra giacca e bretella. Nelle parole dell’autore, le tecnologie di sorveglianza potrebbero diventare onnipresenti come lo è oggi l’anidride carbonica.

I sistemi di sorveglianza basati su tecniche biometriche aprono una nuova strada nel campo della localizzazione e dell’identificazione, anche perché in questo caso le immagini rilevate non necessitano più dell’interpretazione umana. L’Università di Leeds, insieme all’Università di Reading, sta mettendo a punto un software che consente di distinguere comportamenti "normali" da comportamenti "sospetti" in sequenze video. L’ipotesi degli studiosi è che ladri, terroristi e assassini si comportino in modo diverso dalle persone "normali". In futuro, chi passeggi apparentemente senza scopo nel parcheggio di un centro commerciale potrebbe essere identificato dal nuovo software, nel peggiore dei casi, come un potenziale delinquente. Il problema fondamentale è il contesto in cui avviene questa raccolta di dati, con tutti i rischi che essa comporta. Finché si rimane nell’ambito di una società democratica esistono meccanismi di controllo che evitano gli abusi, cosicché è lecito affermare che nel mondo "libero" i rischi di utilizzazioni improprie sono ridotti. Tuttavia, i sistemi di sorveglianza e identificazione e l’interconnessione delle informazioni ottenute facilitano la sorveglianza di massa e su base routinaria indipendentemente dall’esistenza di motivazioni che giustifichino il ricorso a queste tecniche. Che dire, ad esempio, di un software utilizzato anche in Germania dalle forze di polizia e che, secondo il criminologo inglese Clive Norris, permetterebbe al governo britannico di controllare di fatto i movimenti di ogni singolo cittadino? Il programma consente di selezionare ogni secondo venti soggetti, in una folla di persone, e di confrontarne rapidamente le caratteristiche con informazioni archiviate in una banca dati. Il sistema è anche in grado di seguire un soggetto "segnalato" attraverso più videocamere. E ancora, una ditta britannica distribuisce dal 1994 un sistema in grado di riconoscere le targhe dei veicoli sia di giorno sia di notte. Le videocamere sono installate lungo le strade di accesso e di uscita da Londra e permettono di stabilire, anche dopo parecchi giorni, se una determinata persona sia transitata ad una determinata ora e in quale direzione.

(Ndr. Ripreso dal Frankfurter Allgemeine Zeitung, 1 marzo 2001 - articolo di Udo Ulfkotte)