"Internet, paradiso degli spioni"

Rodotà sfida gli Usa: "Diteci se i satelliti ci intercettano"
Allarme del Garante della privacy che punta l'indice contro Echelon e le banche dati personali create all'estero

di
Andrea Di Nicola

Internet, sistemi di spionaggio planetari, tutela della privacy. Contro i pericoli di un controllo totale e invisibile, di una rete spionistica satellitare in grado di captare tutte le comunicazioni, il garante Stefano Rodotà lancia un allarme: è a rischio chi naviga sulla Rete ma non solo.

Rodotà ha annunciato in un'intervista - per il sito Internet del gruppo Ds del Senato - che presenterà al Parlamento una relazione sull'attività del suo ufficio, decine di pagine che delineano nuovi scenari e contengono una denuncia: esistono gravi carenze nella gestione di Internet, in particolare nel settore della tutela della privacy.

Sul tema della privacy e le reti telematiche c'è una intensa attività di un gruppo di lavoro dei vari paesi europei: obiettivo impedire la nascita di veri e propri "paradisi dei dati". Così Rodotà definisce gli Stati che hanno leggi assai permissive sulla gestione dei dati, paesi nei quali possono essere impiantate banche contenenti informazioni delicatissime e riservate. Attraverso Internet, queste banche potrebbero essere rese accessibili a tutti, vanificando in questo modo il ruolo di protezione delle normative vigenti in Europa.

"Stiamo lavorando - dice Rodotà - per stabilire dei canoni accettabili di protezione e per stabilire anche quali dovranno essere i paesi che rientrano in questi standard".

Pericoli immediati e scenari futuri. Gli accordi - spiega il garante - riguardano principalmente gli Stati Uniti, i quali "continuano a tacere sul sistema supersegreto di spionaggio civile denominato Echelon. E' un sistema che sfugge ad ogni controllo", dice Rodotà. Echelon è l'ultima frontiera dello spionaggio elettronico, un sofisticatissimo sistema di intercettazioni planetario in grado di insinuarsi ovunque e controllare fax, telefoni e posta elettronica.

La difesa della privacy, dunque, è essenziale per mantenere a Internet la caratteristica di uno spazio di libertà. "C'è una pressione da parte delle aziende - denuncia il garante - perché Internet sia "purificato" e "sterilizzato", per diventare un grande network dove la gente entri come in un supermercato ma Internet è una grande scommessa per la democrazia, e credo che si debba lavorare per conservarlo come luogo di grande forum, di possibilità di discussione, di accesso libero alle informazioni".

Lassù Echelon ci controlla...

Il Grande Fratello se c'è non parla italiano. Una consolazione da poco, ma sempre una consolazione quella che arriva dagli uffici del Garante della Privacy adesso che si torna a parlare di Echelon, questo mostro tecnologico messo in piedi dagli Stati Uniti per controllare tutte le comunicazioni che viaggiano su linee telefoniche nel mondo. Su Echelon, Giovanni Buttarelli, segretario generale dell'Autorità, non si sbilancia: "Aspettiamo maggio, ci sono approfondimenti in atto. Il problema è stato posto adesso, vediamo se realmente le informazioni sono utilizzabili, poi parleremo. Quello che possiamo dire è che i nostri dati personali sono sicuri, protetti da una legge molto avanzata che garantisce la trasparenza massima sull'utilizzazione delle informazioni personali e da un tasso di automazione delle nostre amministrazioni che non è in grado di porci problemi".

In sostanza mentre la legge introduce garanzie di trasparenza sull'utilizzazione dei nostri dati personali ("per trasmettere informazioni delicate come le opinioni politiche, sindacali eccetera serve una legge del Parlamento"), la scarsa diffusione delle tecnologie fa sì che le amministrazioni difficilmente comunicano fra di loro in via telematica e questo annulla il problema dell'intreccio dei dati. Per una volta, insomma, dobbiamo dire grazie alla nostra arretratezza.

Ma questo non ci mette al sicuro da Echelon, anzi. Se è vero che in Italia si utilizza poco il computer, è anche vero che fax e telefoni sono diffusissimi, e le e-mail cominciano ad essere utilizzate con frequenza. Dunque il grande orecchio satellitare, Echelon, ascolta anche le comunicazioni nel nostro paese. Il grande fratello, il superspione telematico è in buona sostanza un sistema satellitare connesso con dei computer in rete capaci di monitorare due milioni di conversazioni telefoniche al minuto.

Secondo un rapporto del Parlamento europeo Echelon utilizza i 25 satelliti geostazionari Intelsat, quelli utilizzati dalle maggiori compagnie di telecomunicazioni e i satelliti spia Vortex che la Nsa, la potente National Security Agency americana, ha spedito in orbita a partire dagli Anni 70, per ascoltare qualsiasi cosa ad ogni latitudine. A terra ci sono sei basi nei vari paesi che aderiscono al sistema, ovvero Usa, Gran Bretagna, Canada, Nuova Zelanda e Australia, dove potentissimi computer raccolgono e selezionano, in base ad alcune parole chiave aggiornate ogni giorno, le comunicazioni ritenute interessanti intercettate dai satelliti. I risultati del monitoraggio vengono trasmessi alla Nsa che decide cosa farne. Ma c'è di più. Secondo Jean Guisnel, giornalista esperto di queste cose, i computer di Echelon possono decifrare anche il contesto della conversazione, non solo le parole chiave. Ad esempio se la password è droga e parlando al telefono si dice: "I rinoceronti sono arrivati", Echelon si allerta e seleziona l'informazione. Un sistema impressionante perché può essere utilizzato non solo per spiare i delinquenti, ma anche capi di Stato, ministri, manager delle multinazionali. Nessuno si può difendere. E da Echelon non ci difende, ahinoi, nemmeno il nostro basso tasso di sviluppo tecnologico.

(Ndr: ripreso da la Repubblica di martedì 2 febbraio 1999)