COMMISSIONE DELLE COMUNIT EUROPEE

Bruxelles, 1.9.2005

COM(2005) 389 definitivo

 

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO

EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL

COMITATO DELLE REGIONI

 

Unagenda comune per lintegrazione

Quadro per lintegrazione dei cittadini di paesi terzi nellUnione europea

 

1. INTRODUZIONE

La migrazione legale e lintegrazione dei cittadini di paesi terzi sono parte di un importante dibattito che interessa oggi lintera Unione europea allargata. Il fenomeno migratorio riguarda molti Stati membri e lancia a ciascuno la sfida dellintegrazione. Alcuni paesi, fra cui i nuovi Stati membri, hanno conosciuto il problema dellimmigrazione soltanto di recente. Altri affrontano le difficolt dellimmigrazione e dellintegrazione da decenni ma non sempre con risultati soddisfacenti, e stanno pertanto rivedendo le loro politiche al riguardo. Vasta la gamma delle strategie, frutto di una storia, di tradizioni e sistemi istituzionali diversi, adottate per dare una soluzione ai problemi emergenti. La presente comunicazione trae le conclusioni delle politiche tentate sino ad oggi.

Lintegrazione dei cittadini di paesi terzi che vivono e lavorano nellUE ha assunto negli ultimi anni una posizione sempre pi rilevante nellagenda europea. Rispondendo al Consiglio Giustizia e affari interni (GAI) che chiedeva, nel 2002, listituzione di cellule nazionali di contatto in materia di integrazione, il Consiglio europeo del giugno 2003 ha rinnovato il mandato e invitato la Commissione a presentare una relazione annuale sulla migrazione e lintegrazione1. Nella comunicazione su immigrazione, integrazione e occupazione2, la Commissione definisce un approccio multisettoriale dellintegrazione. Nel novembre 2004 esce la prima edizione di un manuale sullintegrazione per politici e operatori (Handbook on Integration for policy-makers and practitioners).

Il programma dellAia, adottato dal Consiglio europeo del 4-5 novembre 2004, sottolinea lesigenza di un maggiore coordinamento fra le politiche nazionali di integrazione e le iniziative dellEU in materia e afferma che un quadro imperniato su principi fondamentali comuni funger da fondamento per le future iniziative dellUE, basandosi su obiettivi e mezzi di valutazione chiari3. Il Consiglio Giustizia e affari interni del 19 novembre 2004 ha adottato principi fondamentali comuni a sostegno di un quadro europeo coerente per lintegrazione dei cittadini di paesi terzi4. Il programma dellAia invita la Commissione a presentare un programma politico in materia di migrazione legale entro il 2005. Come primo passo, la Commissione ha pubblicato un Libro verde sullapproccio dellUnione europea alla gestione della migrazione economica5, sottolineando che le misure per agevolare lammissione non possono prescindere da politiche attive per lintegrazione.

Lintegrazione al centro di diverse politiche dellUnione. Lintegrazione effettiva e responsabile dei migranti nel mercato del lavoro costituisce un importante contributo al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona. La Commissione promuove e sostiene gli sforzi degli Stati membri per quanto riguarda loccupazione, gli affari sociali e le pari opportunit, ponendo laccento sulla prospettiva di genere affinch sia fatto pienamente uso, sul mercato del lavoro, del potenziale costituito dalle donne migranti. I nuovi orientamenti integrati per la crescita e loccupazione invitano gli Stati membri a prendere provvedimenti affinch aumentino i livelli occupazionali fra i migranti.

Il rispetto dei diritti fondamentali, la non discriminazione e pari opportunit per tutti sono elementi cardine dellintegrazione. La legislazione UE dispone di un quadro rigoroso di norme antidiscriminatorie6. Nella comunicazione su una strategia quadro per la non discriminazione e le pari opportunit per tutti7, la Commissione evidenzia la necessit di intensificare gli sforzi per promuovere le pari opportunit per tutti, perch sia soppressa ogni barriera strutturale contro cui si scontrano immigrati, minoranze etniche e altre categorie vulnerabili. La proposta di dichiarare il 2007 "Anno europeo delle pari opportunit per tutti" e di inaugurare nel 2008 l"Anno europeo del dialogo interculturale" sono iniziative di sensibilizzazione fondamentale per il raggiungimento di questi obiettivi.

Per attuare misure di integrazione servono fondi adeguati. LUE sostiene le politiche dintegrazione degli Stati membri attraverso una serie di strumenti finanziari. Le azioni preparatorie per lintegrazione dei cittadini di paesi terzi (INTI) hanno avuto un ruolo importante nel promuovere attivit a livello locale, consolidando le reti e lo scambio dinformazioni e buone pratiche fra Stati membri, autorit regionali e locali e altri attori interessati. Hanno suscitato grande interesse ma beneficiato di risorse insufficienti per far fronte alla vastit del fabbisogno. Nelle prospettive finanziarie 2007-2013 la Commissione ha proposto nuovi strumenti di solidariet, fra i quali il Fondo europeo per lintegrazione dei cittadini di paesi terzi, basandosi sui principi fondamentali comuni.

Gli obiettivi del Fondo integrano quelli del Fondo sociale europeo (FSE) che a sua volta si avvale dellesperienza delliniziativa comunitaria EQUAL nel sostegno a approcci innovativi intesi a evitare la discriminazione dei migranti sul mercato del lavoro. La proposta della Commissione per gli interventi del Fondo sociale europeo nel periodo 2007-2013 pone particolare enfasi sul rafforzamento dellinclusione sociale delle persone svantaggiate. Anche il Fondo europeo di sviluppo regionale sostiene alcune misure di integrazione.

La presente comunicazione una prima risposta della Commissione allinvito del Consiglio europeo di istituire un quadro europeo coerente per lintegrazione. Fondamenti di tale quadro sono proposte di misure che diano attuazione concreta ai principi fondamentali comuni, ma anche una serie di meccanismi di sostegno dellUE. Prendendo le mosse dai quadri politici esistenti dellUE, la comunicazione suggerisce nuove azioni a livello sia nazionale che dellUnione. Gli Stati membri sono spronati a moltiplicare gli sforzi per definire strategie nazionali globali di integrazione e si propongono nuovi modi per garantire la coerenza fra le azioni UE e quelle nazionali.

 

2. RAFFORZARE LAPPLICAZIONE DEI PRINCIPI FONDAMENTALI COMUNI

Seguono degli orientamenti alle politiche dintegrazione dellUE e degli Stati membri. Le azioni proposte (descritte in allegato) si rifanno al manuale sullintegrazione, alle azioni preparatorie INTI e alla proposta di Fondo europeo per lintegrazione. Lordine delle azioni non riflette nessuna priorit. Lelenco indicativo e non esaustivo: spetta agli Stati membri stabilire le priorit e scegliere le azioni e le relative modalit di esecuzione nellambito delle situazioni e tradizioni nazionali. Le azioni andrebbero viste come costituenti principali di tutte le politiche di integrazione. In ciascuna azione opportuno integrare una prospettiva di genere, insieme con una attenzione specifica per la situazione dei giovani migranti e dei bambini.

 

1. Lintegrazione un processo dinamico e bilaterale di adeguamento reciproco da parte di tutti gli immigrati e di tutti i residenti degli Stati membri

Livello nazionale

 

Livello UE

Rafforzare la capacit della societ di accoglienza di adattarsi alla diversit mediante azioni di integrazione destinate alla popolazione di accoglienza.

Istituire programmi nazionali di attuazione dellapproccio bilaterale.

Migliorare la comprensione e accettazione della migrazione attraverso campagne di sensibilizzazione, mostre, manifestazioni

interculturali, ecc.

Fare conoscere nella societ di accoglienza i contenuti e gli effetti dei programmi e delle attivit di accoglienza e di ammissione. Potenziare il ruolo degli organismi privati

nella gestione della diversit.

Promuovere relazioni di fiducia e di buon vicinato attraverso attivit di benvenuto, laffiancamento di una guida educativa (mentoring), ecc.

Cooperare con i media, per es. mediante codici di buona prassi facoltativi per giornalisti.

Sostenere azioni transnazionali, come campagne o manifestazioni interculturali, che diffondano informazioni precise sulla cultura, la religione e il contributo economico e sociale dei migranti.

Sostenere progetti pilota e studi per esplorare nuove forme di cooperazione comunitaria in materia di ammissione e integrazione.

 

 

2. Lintegrazione implica il rispetto dei valori fondamentali dellUnione europea

Livello nazionale

Livello UE

 

Porre laccento sulleducazione civica nei programmi di accoglienza e altre attivit per i cittadini di paesi terzi appena arrivati affinch gli immigrati comprendano e rispettino i valori comuni nazionali e europei, e ne traggano beneficio.

Includere lintegrazione dei cittadini di paesi terzi nei futuri programmi pluriennali dellAgenzia per i diritti fondamentali. Trovare modalit effettive per sensibilizzare il pubblico ai valori fondamentali dellUE.

 

3. Loccupazione una componente fondamentale del processo dintegrazione ed essenziale per la partecipazione degli immigrati, per il loro contributo alla societ ospite e per la visibilit di tale contributo

Livello nazionale

Livello UE

 

Definire strategie innovative per prevenire la discriminazione sul mercato del lavoro.

Associare le parti sociali allelaborazione e attuazione delle misure di integrazione.

Informare datori di lavoro e istituti di istruzione dei certificati per corsi di introduzione, affinch promuovano laccesso al mercato del lavoro e a opportunit di formazione.

Esplorare nuove modalit di riconoscimento

delle qualifiche e della formazione e/o esperienza professionale dei nuovi arrivati, basandosi sulle normative esistenti.

Sostenere le capacit di formazione di piccole imprese, organizzazioni professionali e sindacati di settori economici che occupano

un numero considerevole di migranti.

Promuovere il lavoro delle donne migranti facendo in modo, nel trasporre la direttiva relativa al diritto al ricongiungimento familiare8, che le restrizioni allaccesso al mercato del lavoro siano limitate e non

impediscano lintegrazione.

Incoraggiare lassunzione dei migranti mediante azioni di sensibilizzazione, incentivi economici e altre misure rivolte ai datori di lavoro.

Sostenere limprenditorialit dei migranti, agevolandone laccesso ai servizi bancari e di credito.

Monitorare limpatto delle riforme nazionali sullintegrazione dei migranti nel mercato del lavoro.

Incoraggiare gli Stati membri a mettere a punto politiche di integrazione nel mercato del lavoro.

Monitorare lapplicazione della direttiva sulla parit di trattamento in materia di occupazione e della direttiva sui cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo9.

4. Ai fini dellintegrazione sono indispensabili conoscenze di base della lingua, della storia e delle istituzioni della societ ospite; mettere gli immigrati in condizione di acquisirle essenziale per uneffettiva integrazione

Livello nazionale

Livello UE

 

Potenziare la dimensione integrazione delle procedure di ammissione, mediante misure di preparazione alla partenza come la diffusione di pacchetti informativi e lorganizzazione di corsi di lingua e educazione civica nel paese

di origine.

Organizzare programmi e attivit di accoglienza per i cittadini di paesi terzi appena arrivati affinch acquisiscano conoscenze di base sulla lingua e storia, sulle istituzioni, gli aspetti socio-economici, la vita culturale, i valori e le norme fondamentali del paese di accoglienza.

Proporre corsi su pi livelli che tengano conto del diverso grado di istruzione degli interessati e delle nozioni gi acquisite sul paese.

Rafforzare la capacit dei programmi e delle attivit di accoglienza di raggiungere le persone a carico di cittadini per i quali in corso la procedura di ammissione, i bambini, le donne, gli anziani, le persone prive di istruzione o i portatori di handicap.

Migliorare la flessibilit dei programmi di accoglienza organizzando corsi a tempo parziale, formazioni accelerate, corsi per

corrispondenza e online.

Incentrare le attivit di accoglienza sui cittadini di paesi terzi di giovane et con difficolt sociali o culturali legate a problemi di identit, in particolare quelle che istituiscono la figura di una guida educativa (mentoring) o di un modello.

Mettere in comune le risorse in modo che comuni vicini possano proporre corsi di tipo diverso.

Incentivare le azioni transnazionali mediante ladattamento delle buone pratiche a contesti diversi, lo scambio di personale, lattuazione congiunta di programmi, la divulgazione comune dei risultati.

Sostenere programmi o modelli innovativi di integrazione che comportino formazioni linguistiche e in comunicazione e trattino gli aspetti culturali, politici e sociali del paese di accoglienza.

 

 

5. Gli sforzi nel settore dellistruzione sono cruciali per preparare gli immigrati e soprattutto i loro discendenti a una partecipazione pi effettiva e pi attiva alla societ

Livello nazionale

Livello UE

 

Concepire programmi scolastici che riflettano la diversit.

Tenere conto dei problemi specifici dei giovani migranti nellambito di misure dirette a prevenire il rendimento scolastico insufficiente e labbandono scolastico precoce.

Migliorare laccesso dei giovani migranti allistruzione terziaria.

Affrontare con efficacia il problema della delinquenza giovanile fra i migranti.

Incorporare gli obiettivi di integrazione nei vari programmi comunitari per listruzione.

Promuovere listruzione dei cittadini di paesi terzi nellambito del programma di lavoro Istruzione e formazione 2010.

Permettere un riconoscimento chiaro e trasparente delle qualifiche, in particolare introducendo proposte per un quadro europeo delle qualifiche.

 

6. Laccesso degli immigrati alle istituzioni nonch a beni e servizi pubblici e privati, su un piede di parit con i cittadini nazionali e in modo non discriminatorio, costituisce la base essenziale di una migliore integrazione

Livello nazionale

Livello UE

 

Rafforzare la capacit degli organismi pubblici e privati fornitori di servizi di interagire con i cittadini di paesi terzi attraverso servizi interculturali di interpretazione e traduzione, programmi di mentoring, servizi di intermediazione e sportelli di informazione unici.

Sviluppare strumenti di informazione globali, come manuali, siti Internet, registri delle capacit del personale di gestire la diversit.

Costituire strutture organizzative sostenibili per lintegrazione e la gestione della diversit e sviluppare forme di cooperazione tra i diversi organismi governativi interessati che permettano ai loro funzionari di scambiarsi le esperienze e mettere in comune le risorse.

Introdurre meccanismi di raccolta ed analisi delle informazioni sulle necessit delle diverse categorie di cittadini di paesi terzi a livello locale e regionale, tramite piattaforme per la consultazione, lo scambio di informazioni tra gli attori interessati e sondaggi presso le comunit di immigrati.

Avviare un dibattito sullintegrazione con le imprese e correlare i programmi governativi con quelli aziendali sulla responsabilit sociale delle imprese.

Introdurre la competenza interculturale nelle strategie di assunzione e formazione.

Monitorare lapplicazione della direttiva sui cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo e della direttiva sulla parit di trattamento indipendentemente dalla razza e dallorigine etnica.

Incentivare la cooperazione nellattuare il diritto comunitario relativo allimmigrazione e le buone pratiche nel campo dellintegrazione.

Sostenere gli studi e lo scambio di buone pratiche.

Promuovere lo sviluppo di attivit di formazione interculturale trasferibili per i funzionari pubblici.

 

 

7. Linterazione frequente di immigrati e cittadini degli Stati membri un meccanismo fondamentale per lintegrazione. Forum comuni, il dialogo interculturale, leducazione sugli immigrati e la loro cultura, nonch condizioni di vita stimolanti in ambiente urbano potenziano linterazione tra immigrati e cittadini degli Stati membri

Livello nazionale

Livello UE

 

Promuovere luso di spazi comuni e attivit in cui gli immigrati interagiscono con la societ daccoglienza.

Migliorare le condizioni di vita in termini di alloggio, sanit, strutture e servizi per bambini, sicurezza del vicinato, opportunit di istruzione, volontariato e formazione lavorativa, condizione degli spazi pubblici, esistenza di luoghi stimolanti protetti per bambini e giovani.

 

Potenziare la dimensione integrazione nelle politiche di inclusione e protezione sociale.

Promuovere lo scambio di informazioni e di buone pratiche con le autorit regionali, locali e urbane attraverso reti su scala UE e intensificare il legame tra queste e le cellule nazionali di contatto mediante scambio di consulenze e competenze.

Sostenere la cooperazione transnazionale a livello regionale, locale e comunale, fra autorit pubbliche, imprese private e societ civile, comprese le associazioni di migranti.

 

8. La pratica di culture e religioni diverse garantita dalla Carta dei diritti fondamentali e deve essere salvaguardata, a meno che non sia in conflitto con altri diritti europei inviolabili o con le legislazioni nazionali

Livello nazionale

Livello UE

 

Avviare un dialogo interculturale costruttivo e una riflessione pubblica ponderata.

Promuovere la creazione di piattaforme di dialogo inter e intraconfessionale e/o tra comunit religiose e autorit con potere decisionale.

Agevolare il dialogo interculturale e interreligioso a livello europeo, con i vari attori interessati.

Sviluppare il dialogo della Commissione con le organizzazioni religiose e di ricerca umanistica.

 

 

9. La partecipazione degli immigrati al processo democratico e alla formulazione delle politiche e delle misure di integrazione, specialmente a livello locale, favorisce lintegrazione dei medesimi

Livello nazionale

Livello UE

 

Aumentare la partecipazione civica, culturale e politica dei cittadini di paesi terzi nella societ di accoglienza e migliorare il dialogo tra il governo e la societ civile e i gruppi diversi di cittadini di paesi terzi per promuoverne la cittadinanza attiva.

Sostenere la creazione di piattaforme consultive, su vari livelli, per la consultazione dei cittadini di paesi terzi.

Promuovere il dialogo e gli scambi di esperienze e buone pratiche tra gruppi e generazioni di immigrati.

Aumentare la partecipazione dei cittadini di paesi terzi al processo democratico, promuovendo una rappresentanza pi equilibrata dei due sessi, attraverso campagne di sensibilizzazione e di informazione e programmi di rafforzamento delle capacit aventi tale obiettivo.

Ridurre gli ostacoli allesercizio dei diritti di voto, come tasse o formalit burocratiche.

Favorire la partecipazione dei migranti alle organizzazioni esistenti, incoraggiando programmi speciali di volontariato e tirocini. Aumentare la partecipazione dei cittadini di paesi terzi allo sviluppo di risposte sociali al fenomeno della migrazione.

Creare associazioni di migranti che diano consulenza ai nuovi arrivati e coinvolgerne i rappresentanti nei programmi di accoglienza in qualit di formatori e modelli.

Elaborare programmi nazionali di naturalizzazione e di preparazione alla cittadinanza.

Avviare uno studio/unindagine conoscitiva dei diritti e doveri dei cittadini di paesi terzi negli Stati membri.

Favorire laccesso dei migranti alle organizzazioni esistenti e la creazione di organizzazioni che ne rappresentino gli

interessi su scala europea.

Favorire la creazione di una piattaforma di organizzazioni di migranti e di organizzazioni che ne rappresentano gli interessi su scala europea.

Valutare lopportunit di elaborare un concetto di cittadinanza civica per promuovere lintegrazione dei cittadini di paesi terzi, comprendente i diritti e doveri necessari che ne rafforzino il senso di appartenenza alla societ.

Incentivare la ricerca e il dialogo sulle questioni di identit e cittadinanza.

 

 

3. PER UNA STRATEGIA COERENTE A LIVELLO DELLUNIONE

Nel pieno rispetto delle competenze degli Stati membri e delle loro autorit locali e regionali essenziale promuovere, a livello dellUE, una strategia di integrazione pi coerente. Sar necessario pertanto consolidare il quadro giuridico sulle condizioni di ammissione e soggiorno dei cittadini di paesi terzi, compresi i loro diritti e doveri; mettere a punto specifiche attivit di cooperazione e sviluppare lo scambio di informazioni sullintegrazione; trasporre nel sistema (mainstreaming) e valutare.

 

3.1 Trasposizione a livello di sistema e valutazione: principi fondamentali comuni 10 e 11

Lattuazione efficace delle politiche e misure afferenti ai principi fondamentali comuni da 1 a 9 funzione di due elementi. Lintegrazione non una problematica a s stante, investe svariati settori dintervento come loccupazione, listruzione e le politiche urbane, e va trasposta in unampia gamma di politiche (punto 10). Le politiche e misure di integrazione vanno inoltre valutate per un miglioramento costante (punto 11).

10. Linclusione delle politiche e misure di integrazione in tutti i pertinenti portafogli politici e a tutti i livelli di governo e di servizio pubblico una considerazione importante nella formulazione e nellattuazione della politica pubblica

Esempi di azioni necessarie a livello nazionale:

Rafforzare la capacit di coordinare le strategie nazionali di integrazione dei cittadini di paesi terzi ai vari livelli di governo.

Fare dellintegrazione un fattore importante delle politiche di migrazione economica.

Includere lintegrazione in tutti i pertinenti settori politici, elaborando strategie mirate di integrazione.

Porre la debita attenzione a trasporre, nelle politiche di integrazione, la dimensione di genere e le esigenze specifiche dei giovani migranti e dei bambini.

Sostenere la cooperazione, il coordinamento e la comunicazione fra gli attori interessati.

Provvedere affinch le cellule nazionali di contatto fungano da centri nazionali e linformazione sia condivisa e coordinata fra tutti i livelli di governo e gli altri attori interessati, in particolare regionali e locali.

Azioni da intraprendere a livello UE:

Rafforzare la rete delle cellule nazionali di contatto.

Sviluppare la cooperazione fra istituzione e servizi competenti per le questioni afferenti allintegrazione.

Incorporare gli obiettivi di integrazione nei programmi europei esistenti, per pertinenza.

11. Occorre sviluppare obiettivi, indicatori e meccanismi di valutazione chiari per adattare la politica, valutare i progressi verso lintegrazione e rendere pi efficace lo scambio di informazioni

Esempi di azioni necessarie a livello nazionale:

Rafforzare la capacit di monitorare e valutare le politiche di integrazione con valutazioni dimpatto nazionali, meccanismi di consultazione degli attori interessati, indicatori e misure di monitoraggio.

Rafforzare la capacit di raccogliere, analizzare e diffondere statistiche sullintegrazione.

Valutare le procedure di ammissione e i programmi di accoglienza mediante indagini tra i beneficiari e gli attori interessati.

Mettere a punto meccanismi di valutazione per i programmi di integrazione obbligatori.

Azioni da intraprendere a livello UE:

Elaborare strumenti statistici e indicatori comuni.

Incentivare lo scambio di informazioni sugli strumenti nazionali di valutazione e definire, ove opportuno, criteri europei per un apprendimento comparativo.

Promuovere una migliore conoscenza dellintegrazione e lanalisi dellimpatto degli elementi obbligatori delle politiche nazionali di integrazione.

Ampliare la base delle conoscenze (evidence base) delle politiche di integrazione mediante la ricerca.

Sviluppare la rete europea dellimmigrazione.

 

3.2 Quadro giuridico sulle condizioni di ammissione e soggiorno dei cittadini di paesi terzi

Dacch ha acquisito competenza nel settore della migrazione a norma del trattato di Amsterdam, la Commissione ha adottato una serie di strumenti giuridici sulle condizioni di ammissione e soggiorno dei cittadini di paesi terzi (direttive sul ricongiungimento familiare, gli studenti, i ricercatori e i soggiornanti di lungo periodo) Linsieme di queste direttive costituisce il quadro giuridico che prescrive parit di trattamento e concede diritti di accesso al lavoro, allistruzione/formazione, tutti elementi necessari non soltanto di una politica di immigrazione credibile ma anche dellintegrazione effettiva dei cittadini di paesi terzi nellambito di quella politica. Inoltre, la normativa UE contro la discriminazione sostiene e sviluppa tale quadro giuridico. Qualunque strumento futuro sulla migrazione dovr tenere conto della parit di trattamento e dei diritti dei migranti.

 

3.3 Per una strategia coerente dellUE: cooperazione e scambio di informazioni sullintegrazione

3.3.1 Cellule nazionali di contatto in materia di integrazione

Le cellule nazionali continueranno a svolgere un ruolo importante monitorando i progressi conseguiti nei vari ambiti di intervento e garantendo che gli sforzi a livello comunitario e nazionale si rafforzino a vicenda. Nellelaborare il manuale sullintegrazione, si sono dimostrate efficaci scambiando informazioni e buone pratiche e individuando i settori prioritari. Incentrandone le attivit sui principi fondamentali comuni si contribuir allo sviluppo del quadro europeo. Non sarebbe opportuno cambiare lattuale costituzione di tali cellule, poich la loro intrinseca flessibilit e il carattere tecnico agevolano lo scambio di informazioni e esperienze. Per uno sfruttamento ottimale delle loro competenze, i risultati ottenuti saranno opportunamente trasmessi al comitato per limmigrazione e lasilo presieduto dalla Commissione, alla presidenza e alle pertinenti strutture del Consiglio incaricate delle politiche connesse con lintegrazione.

3.3.2 Manuale sullintegrazione

La prima edizione del manuale ha per oggetto i corsi di introduzione per nuovi immigrati e rifugiati riconosciuti, la partecipazione civica e gli indicatori di integrazione. Il manuale, rivolto a politici e operatori locali, regionali, nazionali e dellUE, stato accolto con favore dagli attori interessati. La seconda edizione prevista per il 2006 riguarder lalloggio e le questioni urbane, laccesso ai servizi sanitari e sociali, lintegrazione nel mercato del lavoro, la prospettiva di genere e linfrastruttura dellintegrazione e incorporer fermamente nella disamina i principi fondamentali comuni.

3.3.3 Sito Internet sullintegrazione

Il programma dellAia chiede esplicitamente la creazione di un sito web su Internet ampiamente accessibile. I ministri competenti per lintegrazione hanno invitato la Commissione, in stretta cooperazione con le cellule nazionali di contatto, a istituire un partenariato pubblico-privato per creare un sito Internet sullintegrazione in modo da fare un inventario di buone pratiche, promuoverne lo scambio attraverso lUE e oltre i suoi confini, valutarne costantemente lefficacia e trasferibilit a contesti diversi10. In una prima fase, la Commissione intende indire una gara dappalto per la creazione di un portale Internet per le esperienze europee sullintegrazione dei migranti.

3.3.4 Partecipazione degli attori interessati

Nel programma dellAia si legge che lintegrazione dei cittadini di paesi terzi e dei loro discendenti che soggiornano legalmente favorisce la stabilit e la coesione delle nostre societ. pertanto essenziale un approccio globale che coinvolga gli attori interessati a tutti i livelli. Se la partecipazione effettiva degli attori regionali e locali pu realizzarsi soltanto nel contesto nazionale, a livello dellUE sar la Commissione a prendere le disposizioni necessarie.

A tale scopo la Commissione intende istituire un forum europeo dellintegrazione, il cui valore aggiunto consister nel riunire una vasta gamma di attori interessati attivi nel settore dellintegrazione a livello dellUE: fra questi, per esempio, le organizzazioni ombrello dellUE che hanno iscritti in diversi Stati membri. Le principali funzioni del forum saranno la consulenza, lo scambio di know-how e la pubblicazione di raccomandazioni sul sito Internet sullintegrazione. Il forum dovrebbe inoltre stabilire legami stretti con le cellule nazionali di contatto.

Saranno invitati a partecipare al forum il Parlamento europeo, il Comitato economico e sociale e il Comitato delle Regioni e saranno sollecitati contributi ad hoc dei loro rappresentanti, alle pertinenti riunioni delle cellule nazionali. Saranno quindi invitati a partecipare alle conferenze preparatorie per il manuale sullintegrazione.

3.3.5 Relazione annuale su migrazione e integrazione

La relazione annuale della Commissione sar un importante strumento con cui monitorare levoluzione futura delle politiche di integrazione nellUnione europea.

 

4. CONCLUSIONI

La migrazione legale e lintegrazione sono indissolubili e destinate a spalleggiarsi a vicenda.

Il quadro per lintegrazione dei cittadini di paesi terzi nellUnione europea appena delineato costituisce un impegno importante ed la prova della posizione prioritaria che occupa lintegrazione nellagenda politica della Commissione. LUE dispone di un vasto arsenale di politiche e strumenti finanziari con cui contribuire agli sforzi delle autorit nazionali e della societ civile. La sfida del futuro sar incoraggiare lo spiegamento di forze concertate da parte di tutti gli attori interessati al fine di massimizzare gli effetti e lefficacia di tali strumenti.

Gli Stati membri, insieme con la Commissione, devono prendere le misure necessarie per definire unagenda comune per lintegrazione con fare lungimirante e incisivo. I ministri competenti per lintegrazione, in stretta cooperazione con la Commissione, devono, una volta lanno, avviare un dibattito politico sullintegrazione dei cittadini di paesi terzi nellUE e valutare la necessit di azioni future. La Commissione auspica inoltre che le altre istituzioni e attori interessati concorrano al buon esito del processo di integrazione dei cittadini di paesi terzi nelle nostre societ.

 

 

NOTE                                      

1 La prima relazione stata pubblicata nel 2004, COM(2004) 508.

2 COM(2003) 336.

3 Allegato I alle conclusioni della presidenza, Consiglio europeo del 4-5 novembre 2004.

4 Documento del Consiglio n. 14615/04 del 19 novembre 2004.

5 COM(2004) 811.

6 Direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parit di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dallorigine etnica e direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parit di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.

7 COM(2005) 224.

8 Direttiva 2003/86/CE del Consiglio, del 22.9.2003.

9 Direttiva 2003/109/CE del Consiglio, del 25.11.2003.

10 Conferenza ministeriale, Groningen, 9-11 novembre 2004.