Secondo quanto riferito dalla stampa locale, un cittadino della provincia di Lecce ha richiesto a Google un risarcimento da 2 milioni di euro per mancato rispetto del diritto all’oblio rispetto ad una vicenda giudiziaria che lo ha visto dapprima coinvolto e poi assolto.

Il soggetto in questione fu accusato di aver partecipato, insieme alla propria convivente, al rapimento di una bambina nel 2014 (durato poche ore e risolto per il meglio). Dopo un mese di carcere e qualcun altro agli arresti domiciliari, venivano escluse sue responsabilità al punto che il 13 marzo 2015 il tribunale lo assolveva con formula piena.

Al termine della vicenda, gli articoli di cronaca che lo indicavano come accusato erano ancora facilmente richiamabili digitando sul più diffuso motore di ricerca il suo nome o quello della sua convivente (poi condannata per il rapimento). Una circostanza che gli avrebbe procurato un elevato malessere psicofisico – al punto da indurlo ad atti di autolesionismo e tentativi di suicidio – e una situazione che Google non avrebbe risolto nonostante gli fosse stata nel frattempo inviata una richiesta di deindicizzazione.

L’ex imputato ora richiede piena riparazione del danno subito pretendendo:

  • 2 milioni di euro dal Ministero della Giustizia per ingiusta detenzione;
  • 2 milioni di euro da Google per mancato rispetto del diritto all’oblio.

Per quanto attiene alla seconda richiesta, il 9 marzo 2018 dovrebbe tenersi la prima udienza presso davanti al Tribunale di Lecce.